Comunicato Stampa nr. 31. BENI CULTURALI: l’omaggio ai pionieri dell’archeologia subacquea a Naxos
Comunicato Stampa nr. 31. BENI CULTURALI: l’omaggio ai pionieri dell’archeologia subacquea a Naxos
Una targa in ricordo di Franco Papò, di Pancrazio Calabrese e dei giovani sub di Naxos e Taormina che negli anni Cinquanta avviarono la grande stagione dell’esplorazioni sottomarine
GIARDINI NAXOS (Me), 16 dicembre 2019 – Folla di naxioti e taorminesi al Museo di Naxos per l’omaggio a quei giovani pionieri dell’archeologia subacquea che, negli anni Cinquanta, diedero il via a una disciplina ancora in divenire e che ha consegnato a Naxos e al suo museo una straordinaria collezione di reperti esposti oggi nella Torre Spagnola.
E’ qui che da sabato, su iniziativa della direttrice del Parco Naxos Taormina, l’archeologa Gabriella Tigano, una targa ricorda i due principali protagonisti di quella stagione: l’ufficiale aeronautico romano, Franco Papò, e Pancrazio Calabrese, dirigente d’azienda, che insieme a una comitiva di sub sportivi come Franco La Pica, Pippo di Bernardo e molti altri appassionati come Nino Buda, Gino Romeo, Angelo Puccio, affiancarono gli archeologi Gerhard Kapitän e Paola Pelagatti nel riportare alla luce numerosi reperti dalle profondità marine delle baie di Naxos e Taormina.
Un’infografica, con foto d’epoca e un testo curato da Maria Costanza Lentini, a lungo direttrice del museo di Naxos, racconta l’epopea di questi giovani primi esploratori di tesori sommersi; mentre l’esposizione si arricchisce di un chiodo/perno in rame che faceva parte di uno dei relitti inabissatisi al largo di Taormina. Il “Relitto delle Colonne”: 36 colonne di un tempio “semilavorato”, come si direbbe oggi, e da costruire in Sicilia i cui resti, trovati al largo di Capo Taormina da Franco Papò, furono esplorati dall’archeologo ed etnografo tedesco Gerhard Kapitän.
Alla cerimonia hanno preso parte Paolo Emilio Papò, figlio dell’ufficiale-archeologo, che al museo ha donato un prezioso documento d’epoca: un video realizzato negli anni Sessanta che documenta le attività dei primi archeologi subacquei e che da oggi completa l’offerta multimediale del Museo di Naxos e viene trasmesso a rotazione insieme ad altri video nella Torre Spagnola. Presente anche la nipote di Pancrazio Calabrese, Maria Concetta Calabrese (storica dell’Università di Catania), che ha voluto ricordare una stagione felice della comunità di Giardini Naxos e Taormina dove, anche grazie al lavoro di archeologi come Paola Pelagatti e Luigi Bernabò Brea, si è potuta ricostruire l’identità storica del territorio e consegnare alle generazioni future l’area del parco e lo stesso museo. Un ruolo di vigilanza e tutela dei beni culturali sottolineato anche dalla direttrice del Parco, Gabriella Tigano, che ha ricordato l’impegno di Bernabò Brea e della Pelagatti – quest’ultima determinata nel sollecitare la creazione del museo, nel 1979 – per la difesa dell’area del parco dalla speculazione edilizia.